Il panettone: il dolce simbolo del Natale
Natale è il periodo più bello per raccontare storie e leggende. Alcune di queste leggende natalizie riguardano proprio le origini del panettone, il dolce più tipico del Natale.
Leggende legate al panettone
Una delle più famose leggende sulle origini del panettone ha luogo nel 1495, durante un pranzo di Natale, quando Ludovico il Moro era signore di Milano. Le ciambelle che il cuoco doveva servire a fine pasto furono dimenticate in forno e si bruciarono, allora il garzone Toni propose di servire un dolce preparato da lui, fatto con l’avanzo dell’impasto delle ciambelle, burro, uova, scorza di cedro e uvetta. Il dolce ebbe successo e venne chiamato “el pan de Toni”, che in dialetto meneghino vuol dire il pane di Toni.
Una seconda storia è contemporanea alla precedente e si svolge nella Contea delle Grazie, dove il falconiere di Ludovico il Moro, Ulivo degli Antellani, si innamorò di Adalgisa, figlia di un fornaio. Il falconiere si fece assumere come garzone e inventò un pane di frumento impastato con uova, burro, miele e uva sultanina. Il sapore delizioso attirò molti clienti, arricchì il fornaio e tutti vissero felici e contenti.
Una terza leggenda vede una suora, Ughetta, che per tirare su di morale le consorelle decise di aggiungere all’impasto del pane uova, zucchero, burro e cedro candito. Non a caso, ughet in milanese vuol dire uvetta, caratteristica che rende questa storia ancora più fantasiosa.
Le origini storiche del panettone
Mettendo da parte le leggende, nella “Storia di Milano”, scritta tra il 1782 e 1799, Pietro Verri racconta che il giorno di Natale si celebrava facendo ardere un ceppo ornato con fronde e mele, mentre il pater familias distribuiva, incidendoli a croce, tre grandi pani di frumento.
La tradizione del pane speciale per Natale è avvalorata anche da altre fonti storiche: dal 1395 Le Corporazioni di Milano stabilirono che, per il giorno di Natale, tutti i prestinée (panifici) di Milano avevano il permesso di cuocere il pane di frumento. In questo modo, almeno per Natale non ci sarebbe stata distinzione tra il pane dei poveri (di miglio, detto pan de mej) e il pane dei ricchi (il pane bianco, detto micca).
Il pane cotto in questa occasione era il Pan de Sciori o anche Pan de Ton (pane di lusso), fatto con frumento, burro, miele e zibibbo.
Rimane il dubbio se il nome panettone derivi dall’accrescitivo “pane grande” o da una contrazione della locuzione Pan de ton.
Il panettone oggi
Nel 1919 Angelo Motta, pasticcere e imprenditore di Gessate, studiò come produrre il panettone a livello industriale, contribuendo alla sua diffusione sulle tavole di milioni di persone.
Dal 2005 il panettone è un dolce italiano tutelato da una disciplinare che ne specifica ingredienti e percentuali: il panettone artigianale infatti deve contenere non meno del 20% in peso sul prodotto di uvetta sultanina, arancia e cedro candito e non meno del 10% in peso di burro.
Negli ultimi anni sono diventate tantissime le varianti del panettone: classico, senza canditi, con gocce di cioccolato, con crema di limone o di pistacchio, ai marron glacé ai frutti di bosco, per citarne alcune.
Rimane solo da scegliere la variante preferita, anche se, quando si hanno ospiti in casa, è sempre meglio offrire un panettone tradizionale per essere sicuri di non deludere mai.
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